Seifenblasen

Seifenblasen
Berlin, Paul Lincke Ufer. Foto di Paola Amorosi

venerdì 2 dicembre 2016

L'Anno internazionale dell'Elefante

Ho appena terminato un'esperienza di un paio di mesi in "Germania" e di nuovo mi sono reso conto di quanto sia importante una corretta informazione sulla vera essenza della stessa, tanto che voglio riprendere questo mio blog e pubblicare con una certa regolarità.
Ho usato le virgolette per il nome del paese, perché è il nome dato all'area geografica da Tacito, sulla quale oggi in parte insiste la cosiddetta "Repubblica Federale di Germania", un organismo parapolitico, per certi aspetti simile all'IS, essendo uno stato autoproclamato. Unica differenza: l'IS non è stato riconosciuto da nessuno, almeno ufficialmente, la cosiddetta "RFT" a suo tempo prima solo da una ristretta cerchia di paesi fedeli o sottomessi agli Stati Uniti, poi dagli altri, nonostante non fosse perfettamente conforme ai criteri stabiliti dal Diritto Internazionale.
Le cose sino ad ora dette possono aver confuso più di qualcuno. Per questo comincio da lontano e racconto una barzelletta risalente agli anni '40.

L'Anno Internazionale dell'Elefante
Nel 1930 una commissione internazionale di studiosi lanciò l'idea di proclamare l'anno internazionale dell'Elefante. Le adesioni ufficiali furono tantissime, ma a causa delle varie crisi che attraversarono il mondo le cose andarono un poco a rilento. Nel 1935 si decise di fissare l'evento ad esattamente dieci anni dopo e tutti i paesi aderenti furono invitati a formare commissioni apposite ed a comunicare il tema che avrebbero voluto affidare ad uno scelto gruppo di scienziati ed intellettuali.
Le proposte a mano a mano arrivarono alla commissione centrale, ed anche lo scoppio della seconda guerra mondiale non fermò l'alacre lavoro degli addetti.
A finire per primi il proprio lavoro furono gli Stati Uniti, i quali prepararono un elegante volume in brossura di 96 pagine con copertina monolucida ornata da una bella immagine a colori. Il titolo dell'opera fu naturalmente: "Bigger and Better Elephants".
L'impero di Sua Maestà Britannica, che certo non poteva essere da meno rispetto ai cugini americani, pubblicò poco dopo tramite il "H. M. Stationery Office" un volume di 256 pagine con copertina rigida in tela blu, sulla quale era impresso a caratteri d'oro "100 Ways to Cook an Elephant“; in antiporta un’immagine della Famiglia Reale ripresa durante una visita nelle proprie colonie.
La Spagna, subito dopo la fine della Guerra Civile, presentò un volume formato altlante di 72 pagine, di cui otto di splendide tavole in bianco e nero di rara nitidezza, che affronta il tema dell’elefante nelle visioni dei mistici iberici del XVII° secolo.
La confederazione elvetica approfondisce invece il tema sviscerando la questione dell’elefante nell’araldica municipale svizzera e l’alto valore simbolico a sostegno della propria indipendenza e neutralità di cui è portatore, attraverso un manualetto tascabile dalla copertina smaltata rossa recante uno scudo caricato di una croce greca in argento.
La Francia, nonostante, o forse anche per via dell’occupazione subita dopo l’inizio della guerra offre all’attenzione internazionale uno studio, in una agile brossura cartonata di sessantanove pagine, intitolato "La vie amoureuse de l'éléphant" (senza illustrazioni).
L'Italia produce invece tramite il CNR, in collaborazione con il Ministero dell'Africa Italiana ed il Ministero della Cultura Popolare, un opuscoletto di 16 pagine (comprese le copertine), dal significativo e combattivo titolo "Omaggio al Duce dell'elefante". (Va qui notato che per ovvi motivi la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo l'8 settembre '43 ritirò l'opera e nel '45 la sostituì con una pubblicazione di 16 pagine (comprese le copertine), intitolata "L'elefante ed il suo ruolo nella lotta di Liberazione Nazionale" a cura del Ministero per la Ricostruzione Nazionale).
Infine la Germania, la quale, nonostante il pazzesco impegno bellico, in gran segreto fece elaborare dai migliori scienziati del settore una monumentale opera in sei volumi di 360 pagine cadauno, rilegati a capitello in pelle nera, tagli dorati e stampato su carta a mano intitolata: "Discorso preliminare alla prefazione dell’introduzione alla storia generale dell'elefante".

Nessun commento:

Posta un commento